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Editoriale del Presidente: La Sanità per i dirigenti industriali

Editoriale del Presidente: La Sanità per i dirigenti industriali

La nomina a dirigente di ciascuno di noi non è stata importante solo per il ruolo organizzativo o per la retribuzione ma anche per il fatto di entrare nella famiglia della previdenza e dell’assistenza sanitaria della nostra nuova categoria professionale. Infatti, quel giorno nel quale ci siamo trovati, davanti a un collega della Direzione delle Risorse Umane, a firmare una piccola montagna di fogli di carta che sancivano quell’importante momento di passaggio nella nostra vita lavorativa, abbiamo anche sottoscritto dei documenti di adesione per gli Enti Previdenziali e di Assistenza Sanitaria dei dirigenti, tra i più importanti dei quali sappiamo bene che ci sono il FASI, il PREVINDAI e l’ASSIDAI.

Negli anni molti colleghi mi hanno detto che in quel momento sono stati quasi più contenti per l’opportunità di aderire agli Enti piuttosto che per l’aumento di stipendio e per il ruolo conseguito. Quale il motivo di questo approccio apparentemente sorprendente? Ma forse non devo spiegarlo a voi. Credo che sia infatti nozione comune che le nostre casse sanitarie non hanno fini di lucro, non fanno selezione del rischio e, soprattutto, non danno recessi.

Quindi qualsiasi dirigente è consapevole che il FASI e l’ASSIDAI non lo “butteranno mai fuori” e saranno al suo fianco anche quando sarà vecchio e stanco. Inoltre, c’è un valore inestimabile che probabilmente nemmeno tutti i nostri colleghi valutano sufficientemente. In FASI e in ASSIDAI la Governance è fatta da colleghi in buona parte nominati dai nostri organismi nazionali di Federmanager e, quindi, davanti a qualsiasi problema il dirigente, magari anziano e stanco, che si trovi ad avere un deficit di salute, troverà sempre in FASI in ASSIDAI e in PREVINDAI un collega che lo capisce e che, anche umanamente, ha spirito fraterno di colleganza nei suoi confronti. E una cosa è trovarsi a chiedere una mano di aiuto ad un proprio collega mentre tutt’altra cosa è trovarsi a farlo nei confronti di un assicuratore che sta cercando di massimizzare gli utili della propria azienda.

Al riguardo vi racconto un piccolo aneddoto. Tanti anni fa quando ero membro della RSA di un importante Gruppo nazionale, alcuni colleghi mi dicevano di avere qualche problema tecnico nel richiedere i rimborsi del FASI. Quindi un giorno, in una nostra assemblea interna, io proposi ai presenti che mi fosse dato il mandato di andare a chiedere, a nome di tutti, un appuntamento al Presidente del FASI per cercare di farci dare una mano su tali problematiche. Qualcuno dei colleghi mi disse che il FASI era un gigante e che le mie richieste sarebbero state ignorate. Ma io insistetti che volevo provare lo stesso e, alla fine, ricevetti l’imprimatur dell’assemblea. Dunque, chiesi un appuntamento che mi venne dato molto facilmente e, dopo pochi giorni, conobbi il Presidente del FASI che altri non era se non il nostro Presidente Nazionale Stefano Cuzzilla che da quel giorno è diventato un mio amico anche sul piano personale.

Stefano, infatti, si mise subito a nostra disposizione e mandò un Dirigente FASI a fare un rapido corso di formazione ad un dipendente della nostra Amministrazione Dirigenti che – da quel momento in poi – fu in grado di risolvere tutti i problemi dei nostri colleghi. E poco tempo dopo Stefano Cuzzilla venne addirittura a presenziare alla nostra assemblea interna e gli presentammo l’Amministratore Delegato. Insomma, venne dimostrato che il FASI ci era vicino nella persona del suo Presidente perché lui era un nostro collega. Questo servizio interno di assistenza ai colleghi nella richiesta delle prestazioni FASI e ASSIDAI esiste tutt’ora in quell’azienda e i colleghi giovani nemmeno sanno che tutto nacque da una mia iniziativa e dalla disponibilità del Presidente Cuzzilla. Questo episodio lo considero un po’ il simbolo di come nei nostri Enti Sanitari e Previdenziali emerga come un grande valore il fatto che tali Enti sono gestiti da colleghi.

Inoltre, i nostri enti sanitari hanno un altissimo valore sociale per il Paese perché grazie al nostro impegno mutuo sgravano il Servizio Sanitario Nazionale da un certo volume di impegni. Qualche anno orsono una figura politica molto importante in campo sanitario in un governo dell’epoca ci disse che questo contributo di FASI e ASSIDAI era molto apprezzato dal governo perché il Servizio Sanitario Nazionale generalista soffriva la costante insufficienza di risorse.

Purtroppo questo apprezzamento, che deriva dalla semplice constatazione di un dato di fatto, non si è mai concretizzato nei vari governi di qualsiasi orientamento nell’adozione di misure recanti consistenti sgravi fiscali per i nostri Enti, come sarebbe stato meritato e equo nei nostri confronti ma anche vantaggioso per il Paese, in quanto avrebbe dato luogo ad un ulteriore aumento delle attività delle coperture private con alleggerimento aggiuntivo per il SSN certamente superiore ai volumi degli sgravi concessi.

Invece, malauguratamente, i volumi economici versati dai colleghi per le nostre casse sanitarie e previdenziali sono spesso stati considerati in maniera erronea come delle opportunità per imposizioni aggiuntive o anticipate, con il risultato di scoraggiarne l’utilizzo.

Per quanto riguarda la previdenza è nozione comune che l’insufficienza degli sgravi e il pagamento anticipato delle imposte su importi che il dirigente è destinato a vedersi corrispondere dopo dieci o addirittura venti anni, ha addirittura scoraggiato svariati colleghi dall’accettare misure convenienti di previdenza integrativa, che le aziende erano disposte ad offrire, per il motivo paradossale che il pagamento anticipato delle imposte sulla previdenza aggiuntiva marginale avrebbe abbassato troppo il salario mensile corrente.

Considerando le inevitabili difficoltà dell’INPS generate dal pensionamento delle classi ad alta natalità degli anni Sessanta, unitamente all’invecchiamento della popolazione e, soprattutto, alla mancata separazione della previdenza dall’assistenza, lo Stato dovrebbe – tutto al contrario – favorire con sgravi fiscali particolarmente robusti queste disponibilità di privati a surrogare in parte ma in modo generoso il sistema previdenziale. Ma io sono confidente che il governo in carica provvederà in tal senso.

Per tutti questi motivi che vanno a beneficio sia della nostra categoria che di tutto il resto del Paese noi dirigenti industriali dobbiamo impegnarci al massimo per salvaguardare e fare crescere i nostri enti previdenziali e di assistenza sanitaria, facendo capire in ogni sede ai decisori istituzionali che devono condividere con noi questa missione nel superiore interesse del bene comune non solo dei dirigenti ma di tutto il Paese.

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