Partito nel mese di giungo 2022 con un’edizione pilota, Il Mentoring Project di Federmanager Roma è stato pensato in un’ottica di “Give Back” e networking dal Gruppo Giovani Federmanager Roma e progettato in collaborazione con il Gruppo Minerva Roma e il supporto di We Plus Network.
Un comitato organizzativo costituito ad hoc, ha redatto un “Patto intergenerazionale tra senior manager MENTOR e giovani manager MENTEE” e una “GUIDA PER I MENTOR” utile ad accompagnare i giovani Mentee nell’esprimere al meglio il loro potenziale.
Alla luce del successo riscontrato e visto l’alto profilo delle candidature pervenute, il Comitato Organizzativo è a lavoro per la seconda edizione del progetto che conta già numerose manifestazioni di interesse. Alessandro Tiberi, coordinatore del Comitato organizzativo e del Gruppo Giovani Federmanager Roma, insieme con il collega Massimo Fiorella, co-coordinatore del progetto e componente del Gruppo Giovani, hanno chiesto a due dei protagonisti, il MENTOR Luca Tommasi, TIM Enterprise Market – Post Sales, e il suo MENTEE Renato Di Belardino, ENEL Planning and Control – Global Energy and Commodity Management, di condividere la loro esperienza con i nostri lettori.
MENTOR – Luca Tommasi, TIM Enterprise Market – Post Sales
1. Cosa l’ha spinta ad aderire al mentoring project Federmanager Roma?
Quello che mi ha spinto ad aderire a questo interessante progetto è stato innanzitutto la volontà di mettere le mie competenze e l’esperienza maturata in una grande azienda a disposizione di manager più giovani e il desiderio di condividere le rispettive skill e conoscenze. Durante gli incontri siamo riusciti a instaurare un rapporto di fiducia che è fondamentale per un apprendimento reciproco con un produttivo scambio di opinioni. Un’esperienza che mi ha permesso di cogliere le suggestioni del giovane manager (mentee) che affronta le sfide ed il contesto attuale, valorizzando il tempo condiviso per sviluppare un percorso di crescita umana e professionale.
2. Ci racconta, se c’è stato, il momento più critico e l’insegnamento più importante?
Abbiamo sicuramente avuto qualche difficoltà ad “incastrare le agende”: il tempo è una risorsa preziosa e proprio per questo ci siamo entrambi impegnati a rispettare i nostri appuntamenti con un approccio “out of the box”. Abbiamo infatti unito l’utile al dilettevole, incontrandoci davanti ad un aperitivo o a cena in un ristorante, in questo modo abbiamo velocemente instaurato quel rapporto di fiducia reciproca che è alla base del mentoring.
La costruzione di una relazione basata sull’ascolto e lo scambio mi hanno confermato il grande valore del mentoring come strumento di crescita ed apprendimento. Questo l’insegnamento più importante.
3. Volendo fare un bilancio a questo punto del percorso, cosa le resta e cosa cambierebbe?
Sicuramente il valore del confronto e della condivisione fatto fuori dalle rigide liturgie che l’azienda spesso impone e che magari non sempre facilitano l’ascolto e lo scambio. La possibilità di confrontarmi con stili e culture diverse dalla mia realtà aziendale mi ha permesso di avere un punto di vista diverse sulle cose. È sempre bello trasformare le sfide in nuove opportunità.
4. Ci descrive questa esperienza in tre parole?
Tre le parole chiave: ascolto, fiducia e scambio.
5. Cosa consiglierebbe ad un collega che sta per intraprendere questo viaggio?
Un Mentor consapevole ed efficace deve essere modello e fonte di ispirazione. Curiosità, generosità, determinazione e passione sono caratteristiche che non devono mancare Allo stesso tempo il mentor dallo scambio one to one con il suo mentee impara e alimenta la propria consapevolezza ed efficacia realizzativa.
MENTEE – Renato Di Belardino, ENEL Planning and Control – Global Energy and Commodity Management
1. Cosa l’ha spinta ad aderire al mentoring project Federmanager Roma?
Ho scelto di aderire al progetto per intraprendere un percorso di apprendimento e crescita, sia personale che professionale, avendo la preziosa opportunità di potermi confrontare con Manager di grande esperienza nell’ambito del settore industriale italiano.
2. Ci racconta, se c’è stato, il momento più critico e l’insegnamento più importante?
Onestamente posso dire di non aver vissuto alcun momento critico durante il programma di Mentorship. Per l’appunto l’insegnamento più importante e l’aver acquisito maggiore consapevolezza che, partendo da solide basi e con i giusti presupposti, é possibile costruire rapporti, lavorativi e personali, di grande valore e destinati a durare nel tempo.
3. Volendo fare un bilancio a questo punto del percorso, cosa le resta e cosa cambierebbe?
Il rapporto e la relazione costruita ha un grande valore intrinseco. Ciò premesso chiaramente il confronto con il punto di vista di un Manager di lungo corso mette in condizione, e pone le basi, per lo sviluppo e pratica di un pensiero critico e una presa di consapevolezza. Per adesso non cambierei nulla.
4. Ci descrive questa esperienza in tre parole?
Stimolante, Costruttiva, Formativa.
5. Cosa consiglierebbe ad un collega che sta per intraprendere questo viaggio?
Di intraprendere questo percorso con grande entusiasmo e voglia di imparare. Questa opportunità è preziosa. Potersi confrontare ed imparare da professionisti di lunga esperienza nel settore industriale è un’opportunità di crescita personale e professionale estremamente pregiata.