I termini “creativo” e “creatività” sono stati usati spesso negli ultimi anni, e sempre di più agli inizi dell’attuale pandemia nell’ambito di affermazioni basate su luoghi comuni o su ipotesi accattivanti ma non documentate, a volte per esprimere un giudizio implicito di marginalità.
Ad esempio diversi opinion leader hanno parlato di finanza creativa o di provvedimenti economici creativi, altri presentano le forme ben note del “lavoro agile” come una “risposta creativa” al distanziamento, altri ancora presentano i settori moda/artigianato/turismo/enogastronomia come aspetti esclusivi della creatività e addirittura come unica vera risorsa economica di un Paese “creativo” sulla quale far convergere attenzione e risorse.
D’altra parte la storia offre esempi numerosissimi e continui di innovatori che seguendo principi intuitivi inesplorati hanno creato avanzamenti della conoscenza, dei processi produttivi, del benessere sociale, affrontando diffidenze e difficoltà incredibili. Essi hanno capacità di visione, curiosità costante, perseveranza e un carattere forte consolidato giorno per giorno; basta pensare a personaggi come Fracastoro, Galileo, Leonardo, Hawking.
Questa si può considerare la visione autentica della creatività sottolineata tra l’altro durante il recente evento CODICE GREEN/Premio Giovane Manager 2019 da Riccardo Di Stefano Presidente dei giovani imprenditori CONFINDUSTRIA, quando la propone, coniugata con l’Innovazione, come uno dei tre must per superare i problemi di oggi e rinnovare il Paese.
In epoche recenti, alcuni progressi scientifici in particolare in ambito neurologico, psicologico – come l’Analisi transazionale – e della PNL hanno confermato che l’esercizio del pensiero si può orientare e “coltivare” utilizzando alcune “tecniche”, così che la Creatività/innovazione si può far emergere e arricchire con opportune forme di apprendimento, fino al punto che uno degli assiomi dei processi creativi è che ogni problema ha
almeno due soluzioni.
Detti processi prendono forma iniziando ad esaminare una particolare situazione incoerente/inspiegabile o un problema apparentemente irrisolvibile da punti di vista originali e diversi rispetto a quelli stratificati nell’opinione corrente. Per questo Innovare – in un certo senso – declina la creatività ed è inscindibilmente legato al problem solving.
In estrema sintesi, si può immaginare che il percorso del binomio Creatività/Innovazione inizi nel 1942 con la proposta del brainstorming nel libro “How to think up” di A. Osborn.
Passa per la definizione della sua “fase divergente” da parte di J.P. Guilford e si arricchisca con la sistematizzazione del “pensiero laterale” proposta nel 1985 da E. De Bono nel testo “Sei cappelli per pensare”.
Trova una sua organicità nel metodo PAPSA Percezione, Analisi, Produzione, Selezione, Applicazione di H. Jaoui, che ne sistematizza a partire dal 1990 sia le fasi divergenti e convergenti in numerosissimi libri, sia gli “strumenti” appropriati per ogni fase, la maggior parte dei quali – originali o rielaborati – è raccolta nel libro “66 tecniche creative per formatori e animatori” scritto con I. Dell’Aquila nel 2013.
Ad esempio la Mappa mentale, sviluppata inizialmente dallo psicologo inglese Tony Buzan a partire dal 1960, si basa su una caratteristica tipica della mente umana: quella di associare idee e concetti in maniera non sequenziale. Nel 2001 è stata rielaborata nel libro/manifesto: “Il potere dell’intelligenza creativa”. Si tratta di uno strumento così versatile che a prima vista e soprattutto nelle immagini didattiche può apparire banale. Invece permette di utilizzare simultaneamente tutte le potenzialità del nostro cervello: quelle dell’emisfero destro – che presiede alle elaborazioni complesse e induttive, emotive, figurative e analogiche – e quelle dell’emisfero sinistro, che presiede alle elaborazioni logico/deduttive e razionali. Oggi è usata correntemente fin dai primi livelli della Scuola; è utile sia per prendere appunti, che per organizzare una presentazione, ma soprattutto per guidare il pensiero nella fase divergente di Percezione Analisi/Produzione di idee o di risposte al problema che si sta trattando ma anche in quella convergente della loro Selezione e verifica di Applicazione.
Il motivo della versatilità è il “dialogo” incrociato e continuo che riesce ad attivare tra intuito e ragione promuovendo una continua associazione di idee.
Si inizia ponendo al centro del foglio un’immagine riassuntiva dell’analisi da effettuare o la finalità della mappa. Si individuano le parole chiave che la caratterizzano collegandole al centro con rami che possono essere rappresentati da frecce o da linee curve di preferenza colorate, secondo criteri ed eventualmente scale di priorità predefinite. Si possono poi integrare le linee e gli spazi liberi con immagini coerenti con le parole/chiave usate, ma anche con immagini geometriche o genericamente evocative. Ad ogni parola chiave si associano per affinità altre parole chiave o altri concetti. I colori, le immagini e l’andamento delle linee aiutano a sviluppare liberamente associazioni di idee.
Un altro strumento inconsueto e poco noto, utile per comprendere a fondo un problema agli inizi della fase divergente del Processo creativo, è il Lipogramma, la cui ideazione risale a Oulipo, un gruppo di scrittori e matematici costituitosi in Francia nel 1960 con personalità di spicco come R. Queineau, G.Perec ed I. Calvino.
Si tratta di riformulare accuratamente e più volte uno stesso obiettivo o problema con e più volte uno stesso obiettivo o problema con descrizioni che non contengano volta per volta alcune lettere dell’alfabeto; la ricerca delle parole così tipizzate fa “scoprire” aspetti “nascosti” del problema stesso.
Il continuo interesse per la Creatività oggi è testimoniato anche da ADOBE, che insieme a Offf ACADEMY ha annunciato recentemente una nuova edizione di CREATIVE MENTORSHIP, programma di mentoring per sostenere i giovani talenti indipendentemente dal loro background, qualifica o livello di esperienza, e aiutarli a sviluppare ed esprimere il loro potenziale.
Ancora più significativo è l’intervento della Comunità Europea, che all’interno del Programma INTERREG-MED ha finanziato il Progetto CREAINNOVATION, attivato in nove Paesi coordinati tra loro tra i quali l’Italia. È iniziato nel 2018 e ne è prevista la conclusione nei primi mesi del 2021.
Il Progetto fornisce un quadro sistematico dei Centri in grado di operare in Europa a vantaggio delle aziende in termini di Creatività. Prevede la sperimentazione concreta dell’efficacia dei processi creativi per l’Innovazione in alcune PMI di ognuno dei nove Paesi, 8 delle quali in Italia, ubicate nel Centro-Nord del Lazio. Fa riferimento in particolare alla U Theory di Otto Sharmer, un metodo strutturato con chiarezza per la scoperta creativa e l’applicazione di soluzioni innovative, anche di rottura, non solo nelle aziende. Lo scopo strategico a medio termine del Progetto è di riuscire a far realizzare in ognuno dei Paesi coinvolti Laboratori permanenti a favore delle aziende per l’accesso agli strumenti dei processi creativi.
Foto in apertura: René Magritte, L’heureux donateur, 1966 Musée d’Ixelles, Bruxelles – (Fonte: www.artearti.net)