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Nicolò Marcello D’Angelo: Una Polizia vanto nel mondo

Dall’alto della sua esperienza, Nicolò Marcello D’Angelo ha voluto ribadire con forza la qualità assoluta delle forze di polizia italiane e la loro preparazione, con l’aiuto della tecnologia, a combattere i nuovi pericoli informatici

Il tema della sicurezza informatica e delle strategie per non farsi trovare impreparati di fronte a questo pericolo, è stato ripreso anche dall’autorevole contributo di Nicolò Marcello D’Angelo, già Prefetto e Vice capo della Polizia, insomma “un vecchio dinosauro della Polizia di Stato – come simpaticamente si è definito – con ben 47 anni di esperienza”.

Egli ha vissuto gli anni più difficili della nostra Repubblica, quando le strade di Roma erano una minaccia quotidiana per le forze dell’ordine. Gli anni del terrorismo, laddove si combatteva una battaglia terribile potendo contare su poca tecnologia. O ancora l’esperienza da questore durante il Giubileo straordinario del 2015, nel periodo in cui l’ISIS terrorizzava l’Europa dopo l’attentato a Charlie Hebdo e quando si trovarono le giuste misure tecnologiche, ma soprattutto le fondamentali risorse umane, per fronteggiare possibili attacchi in una città come Roma, impreparata e con una toponomastica estremamente complicata.Ciò che va detto, ha sottolineato D’Angelo, è che “quando si parla di cyber security si fa riferimento alla tutela delle aziende, alla protezione dei sistemi informatici, persino dei nostri smartphone e di tutto ciò che è tecnologico. Ma senza una componente importante e formata umana tutto questo non servirebbe a nulla”. Per nostra fortuna, ha tenuto a sottolineare D’Angelo, “l’Italia può contare su forze di polizia all’avanguardia e questo ci viene internazionalmente riconosciuto. L’unico limite che probabilmente abbiamo è quello di non riuscire a comunicare e far conoscere la nostra eccellenza”. Dunque, al di là delle tecnologie, fondamentale diventa la componente umana: “Voglio ribadire l’esigenza che il primo passo deve essere quello di un’interazione perfetta tra uomo e macchina, bisogna dunque puntare su risorse umane preparate che accompagnino le tecnologie. Gli attacchi informatici sono oggi all’ordine del giorno e possiamo consapevolmente ipotizzare che sarà così anche in futuro. Occorre preparazione ed un buon manager deve muoversi con attenzione e conoscere perfettamente la battaglia che è chiamato a combattere”.

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