Il periodico di Federmanager Roma

La parola ai giudici

La parola ai giudici

Cosa è necessario fare e quali azioni intraprendere per fare giustizia rispetto a provvedimenti governativi frutto di una propaganda politica di uno squallore senza precedenti

La notizia è ora ufficiale. Le trattenute sulle pensioni medio alte saranno applicate dall’INPS dal mese di giugno, subito dopo le elezioni europee. Non che ci fossimo mai illusi che il passare del tempo avrebbe operato a favore dei nostri pensionati ma, chissà, una certa speranza sotto sotto la stavamo covando. Ora dobbiamo soltanto reagire.

Nei giorni scorsi si è riunito a Roma il Consiglio di Presidenza della CIDA che, di fronte alla situazione ormai definita e sotto la forte pressione della nostra Federazione, ha deliberato di attivare delle azioni giudiziarie sia attraverso la riduzione del trattamento pensionistico prevista dal provvedimento di legge sopra citato, sia – e questo è assai importante perché inizialmente oggetto di parecchie perplessità e incertezze – contro il riconoscimento parziale della perequazione automatica delle pensioni.

Quindi, a breve, partiranno le azioni giudiziarie tanto attese dai nostri colleghi pensionati. Riusciranno a fare giustizia rispetto a provvedimenti governativi frutto di una propaganda politica di uno squallore senza precedenti? Difficile dirlo.La parola ai giudiciCerto, siamo ancora sotto attacco, stiamo ancora subendo gli effetti di una campagna di denigrazione al centro della quale c’è sempre la dirigenza, pubblica e privata. Si attacca senza vergogna chi ha pagato tutte le tasse dovute, chi ha versato tutti i contributi previdenziali previsti, chi ha affrontato e risolto, a totale beneficio della collettività nazionale, le tante crisi economiche e politiche che negli anni hanno colpito il nostro paese. E dopo tutto questo, quella dirigenza è ancora impallinata da accuse infamanti, è ancora considerata una casta privilegiata, una cosca di nemici da punire e da abbattere.

L’obiettivo di almeno una parte del governo non è quello di togliere ai dirigenti per risparmiare, l’obiettivo è quello di dimostrare che si è voluto fare giustizia sociale colpendo la classe dirigente del passato, additandola come responsabile delle ingiustizie e delle disuguaglianze che si trascinano al presente. A niente è valso spiegare che sono l’evasione fiscale e la frode previdenziale la cancrena che erode il nostro sistema sociale. Ma tant’è.

Occorreva dare addosso a un capro espiatorio. Peggio, ad un nemico. E niente ha più successo politicamente che costruire in modo fittizio un nemico, colpirlo e dire poi che si è fatta giustizia. Il nemico lo hanno individuato in una minoranza sociale di circa 25mila pensionati, selezionati uno ad uno dalle liste INPS, che riscuotono prestazioni superiori a 100mila euro lordi. Una ideologia infame, perché sa di colpire persone anziane, in maggioranza ultra 80enni, senza nessun potere contrattuale, persone che per difendersi devono affidarsi solo alla benevolenza dei giudici, sperando che vogliano tenere conto, qualche volta, non solo delle ragioni esposte dai governi, ma anche delle ragioni dei ricorrenti.

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